NOME BOTANICO: Asparagus officinalis L.: così Carlo Linneo (1707-1778), illustre scienziato svedese, chiamò la pianta. La parola officinalis indica che si tratta di una pianta con proprietà medicamentose e terapeutiche. L. ricorda invece Linneo, che classificò per primo questo vegetale.
FAMIGLIA: l’asparago appartiene alla famiglia delle Asparagacee, considerata da vari autori una sottofamiglia della Liliacee.
CICLO DI COLTIVAZIONE: è pianta poliennale, cioè vive e produce per molti anni (8-15).
PORZIONE COMMESTIBILE: germogli (turioni).
NOMI VOLGARI: italiano, Asparago; francese, Asperge; inglese, Asparagus; tedesco, Spargel; spagnolo, Esparrago; portoghese, Esaparago; olandese, Asperge; danese, Asparges.
RIZOMA E RADICI: il rizoma è un fusto sotterraneo, orizzontale, fibroso, fornito di gemme al centro e di grosse radici cilindriche, carnose e lisce, paglierine, provviste di brevi radichette. L’insieme di rizoma, radici e gemme costituisce la zampa.
TURIONE: botanicamente non è altro che il vero fusto della pianta, provvisto di squame o foglie. Ma colto prima della sua uscita dal terreno, rappresenta la prelibata parte commestibile. Con sistemi colturali diversi, si può ottenere bianco, rosato, violetto o verde.
FIORI, FRUTTI, SEMI: se non vengono raccolti, i turioni diventano fusti ramificati di colore verde, muniti di foglie, ridotte a piccole squame, e i ramuscoli filiformi. In corrispondenza dei nodi di tali ramificazioni si formano i fiori, piccoli e solitari, campanulati e di colore giallo-verdastro. Il frutto è una bacca di colore verde all’inizio e poi scarlatta, grossa come un pisello, contenente 5 o 6 semi neri.
VARIETÀ (CULTIVAR): sono numerosissime e si distinguono in base alle caratteristiche agronomiche, morfologiche, organolettiche (precocità, tardività, forma, grossezza, colore e sapore).
testo tratto da:
L’asparago bianco del Veneto
Armando Fantinato, Tassotti Editore, 1985